mercoledì 29 novembre 2006

LABRADOR RETRIEVER

www.retriever.it

Oggi mi trovo leggermente in difficoltà nello scrivere questo post.
Ormai da parecchi anni il Labrador identifica in assoluto il cane da famiglia. La sua consacrazione avvenuta con le note pubblicità della Scottex, ha fatto sì che il Labrador Retriever entrasse di diritto in tutte le famiglie con bambini.
Sapere di poter incontrare una quantità inimmaginabile di esperienze differenti mi mette a disagio e allo stesso tempo mi sprona nel dare la schicchera alla prima tessera di un potenziale domino. Per questo con umiltà, e con la solita faccia da culo di chi pensa di saperne qualcosa, butto giù questo post speranzoso in qualche critica.
Colgo al balzo l'occasione per inaugurare la nuova rubrica di BauBau Magazine. La Dedicanina.
Oggi la nostra Dedicanina è tutta per Lucky!
Nome molto utilizzato, per un Labrador non altrettanto comune. Lucky è un bellissimo maschio del bresciano dal carattere da vero duro ma con un cuore d’oro.
Dei tre colori conosciuti (nero, fegato, giallo) Lucky, come potete ben vedere, ha il manto del colore più chiaro che gli conferisce un aspetto da vero cucciolone. Tutt’altro che tenero cucciolone, la sua stazza ed il suo temperamento rendono quest’esemplare un ottimo cane da guardia, da riporto, e da compagnia… all’aperto.

Ma per capire bene da dove nasce questa sua imponenza caratteriale bisogna dare un’occhiata alla storia dei suoi antenati.
Il Labrador ha origini molto lontane, che partono dall’isola di Terranova in Canada, passano in Inghilterra per poi diffondersi in ogni casetta dal tetto rosso e dal comignolo fumante.
L’antica Newfoundland, l’isola di Terranova appunto, intorno al 1400 si presentava come una fredda terra ricca di pesce, dove il mare rappresentava l’unica risorsa per la sopravvivenza. Proprio queste condizioni attuarono la più naturale delle selezioni generando esemplari temprati, forti di salute, desiderosi d’essere d’aiuto, ma soprattutto in simbiosi con l’acqua dal momento che il loro compito era proprio il recupero dei pesci usciti dalle reti.
Per spiegare come la razza trasmigrò sulle coste britanniche, basti pensare che la grande pescosità di queste acque ci mise davvero poco ad attirare le navi del Vecchio Continente. I comandanti inglesi, impressionati dal beneficio che i pescatori riuscivano a trarre dal lavoro inesauribile di questi animali, decisero di importarli in patria.
Da questo punto in avanti le sorti del Labrador si aggrapparono di volta in volta ai vezzi di alcuni nobili inglesi, estimatori della razza, i quali riuscirono a farla sopravvivere ai molti problemi burocratici e non per il possesso e soprattutto per l’importazione di cani in un’Inghilterra infestata dai ratti e dalle malattie.

Tornando a parlare di Lucky non posso non dire di esserne rimasto impressionato al primo impatto. L'immagine che i media proiettano di questa razza non è di sicuro quella che la storia ha forgiato. Decisamente argento vivo!
E credetemi non è un modo di dire. Molti cani possono essere classificati come instancabili ma il labrador ha qualcosa in più nel carattere. Quel qualcosa che se ben gestito può sicuramente regalare immense soddisfazioni e spiega il grand eimpiego come cane da lavoro. Al contrario se non contenuto rischira di creare qualche disagio in casa e fuori.
Comunque sia è un animale dal cuore grande e che se tenuto in forma ha un'imponenza rara, di sicuro sono convinto che possa tenere testa a razze come il Rottweiler.

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