
Già 12000 anni fa circa, l'uomo aveva intuito le grandi potenzialità che possono derivare in termini di benefici dalla vicinanza di un animale da compagnia.
Agli animali, nelle antiche culture, venivano attribuiti poteri soprannaturali e taumaturgici e addirittura durante la seconda guerra mondiale vennero utilizzati animali da compagnia come supporto per ridurre i danni psicologici causati a molte persone dagli eventi bellici.
Solo agli inizi degli anni '60 però Levinson verificò scientificamente l'efficacia terapeutica degli animali d'affezione impiegati per il recupero di persone con gravi turbe psichiche e coniò l'ormai ben noto termine "Pet Therapy".
La Delta Society (l'organizzazione internazionale che favorisce l'impiego degli animali per il miglioramento dello stato di salute, l'indipendenza e la qualità della vita dell'uomo) ha affermato che solo gli animali domestici possono essere inseriti in programmi di attività e terapie assistite con esclusione quindi di tutti gli animali selvatici o inselvatichiti, di quelli esotici e dei cuccioli.
Il Pet Partner Aptitude Test (PPAT) della Delta Society valuta se la coppia costituita dal conduttore e dall'animale ha l'abilità, le capacità, la disposizione ed il potenziale per svolgere questo tipo di attività, selezionando quindi tra tutti i potenziali terapeuti solo gli animali maggiormente predisposti.
Ovviamente i nostri amici cani hanno un ruolo fondamentale nello svolgimento di queste attività con particolare riguardo ad alcune razze quali il Labrador e il Golden Retriever.
Quando parliamo di Pet Therapy dobbiamo distinguere tra:
Animal-Assisted Activities (AAA) cioè "Attività svolte con l'ausilio di animali"
Animal-Assisted Therapy (AAT) cioè "Terapie effettuate con l'ausilio di animali".
Queste possono essere impiegate, con pazienti affetti da varie patologie, con questi obiettivi:
- cognitivi (miglioramento di alcune capacità mentali, memoria, pensiero induttivo)
- comportamentali (controllo dell'iperattività, rilassamento corporeo, acquisizioni di regole)
- psicosociali (miglioramento delle capacità relazionali, di interazione)
- psicologici in senso stretto (trattamento della fobia animale, miglioramento dell'autostima)
Non solo ma è stato dimostrato che la pet therapy può svolgere un ruolo essenziale nella risoluzione, o perlomeno nell'attenuazione di alcuni disturbi fisici.
Ipertesi e cardiopatici possono trarre vantaggio dalla vicinanza di un animale: accarezzare un animale interviene anche nella riduzione della pressione arteriosa e contribuisce a regolare la frequenza cardiaca.
Ruolo fondamentale è anche svolto con i Bambini: recenti esperienze condotte in Italia su
bambini ricoverati in reparti pediatrici dimostrano che la gioia e la curiosità manifestate dai piccoli pazienti durante gli incontri con gli animali consentono di alleviare i sentimenti di disagio dovuti alla degenza, tanto da rendere più sereno il loro approccio con le terapie e con il personale sanitario.
Sugli Anziani poi si è osservato che a periodi di convivenza con animali è corrisposto un generale aumento del buon umore, una maggiore reattività e socievolezza, contatti più facili con i terapisti. Un miglioramento nello stato generale di benessere per chi spesso, a causa della solitudine e della mancanza di affetti, si chiude in se stesso e rifiuta rapporti interpersonali.
Finalmente anche l'Italia ha dato il via ai primi due progetti. Finanziati con 150.000 euro per la durata di tre anni si svolgeranno nel Lazio e in Campania in convenzione con l'Istituto di Medicina Sociale. Lo scopo è quello di sostenere i malati disabili a Roma e quelli in dialisi a Napoli. Siamo felicissimi di questa iniziativa e di questo ulteriore passo avanti del nostro paese nella consapevolezza del ruolo fondamentale che questi esseri fantastici hanno nella nostra vita!
Agli animali, nelle antiche culture, venivano attribuiti poteri soprannaturali e taumaturgici e addirittura durante la seconda guerra mondiale vennero utilizzati animali da compagnia come supporto per ridurre i danni psicologici causati a molte persone dagli eventi bellici.
Solo agli inizi degli anni '60 però Levinson verificò scientificamente l'efficacia terapeutica degli animali d'affezione impiegati per il recupero di persone con gravi turbe psichiche e coniò l'ormai ben noto termine "Pet Therapy".
La Delta Society (l'organizzazione internazionale che favorisce l'impiego degli animali per il miglioramento dello stato di salute, l'indipendenza e la qualità della vita dell'uomo) ha affermato che solo gli animali domestici possono essere inseriti in programmi di attività e terapie assistite con esclusione quindi di tutti gli animali selvatici o inselvatichiti, di quelli esotici e dei cuccioli.
Il Pet Partner Aptitude Test (PPAT) della Delta Society valuta se la coppia costituita dal conduttore e dall'animale ha l'abilità, le capacità, la disposizione ed il potenziale per svolgere questo tipo di attività, selezionando quindi tra tutti i potenziali terapeuti solo gli animali maggiormente predisposti.

Quando parliamo di Pet Therapy dobbiamo distinguere tra:
Animal-Assisted Activities (AAA) cioè "Attività svolte con l'ausilio di animali"
Animal-Assisted Therapy (AAT) cioè "Terapie effettuate con l'ausilio di animali".
Queste possono essere impiegate, con pazienti affetti da varie patologie, con questi obiettivi:
- cognitivi (miglioramento di alcune capacità mentali, memoria, pensiero induttivo)
- comportamentali (controllo dell'iperattività, rilassamento corporeo, acquisizioni di regole)
- psicosociali (miglioramento delle capacità relazionali, di interazione)
- psicologici in senso stretto (trattamento della fobia animale, miglioramento dell'autostima)
Non solo ma è stato dimostrato che la pet therapy può svolgere un ruolo essenziale nella risoluzione, o perlomeno nell'attenuazione di alcuni disturbi fisici.
Ipertesi e cardiopatici possono trarre vantaggio dalla vicinanza di un animale: accarezzare un animale interviene anche nella riduzione della pressione arteriosa e contribuisce a regolare la frequenza cardiaca.
Ruolo fondamentale è anche svolto con i Bambini: recenti esperienze condotte in Italia su

bambini ricoverati in reparti pediatrici dimostrano che la gioia e la curiosità manifestate dai piccoli pazienti durante gli incontri con gli animali consentono di alleviare i sentimenti di disagio dovuti alla degenza, tanto da rendere più sereno il loro approccio con le terapie e con il personale sanitario.
Sugli Anziani poi si è osservato che a periodi di convivenza con animali è corrisposto un generale aumento del buon umore, una maggiore reattività e socievolezza, contatti più facili con i terapisti. Un miglioramento nello stato generale di benessere per chi spesso, a causa della solitudine e della mancanza di affetti, si chiude in se stesso e rifiuta rapporti interpersonali.
Finalmente anche l'Italia ha dato il via ai primi due progetti. Finanziati con 150.000 euro per la durata di tre anni si svolgeranno nel Lazio e in Campania in convenzione con l'Istituto di Medicina Sociale. Lo scopo è quello di sostenere i malati disabili a Roma e quelli in dialisi a Napoli. Siamo felicissimi di questa iniziativa e di questo ulteriore passo avanti del nostro paese nella consapevolezza del ruolo fondamentale che questi esseri fantastici hanno nella nostra vita!
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